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Cavalleria Rusticana inaugura la stagione del teatro di San Carlo, Elīna Garanča e Jonas Kaufmann splendono nel vuoto del Massimo

Commovente forma di concerto per un'Opera verista di difficile esecuzione teatrale

Pino De Stasio by Pino De Stasio
5 Dicembre 2020
in Recensioni
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Cavalleria Rusticana inaugura la stagione del teatro di San Carlo, Elīna Garanča e Jonas Kaufmann splendono nel vuoto del Massimo
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Quanto pubblico ha avuto il Teatro di San Carlo, l’altra sera, per una diretta  streaming da cardiopalma, poichè alcune interruzioni iniziali  hanno irritato non pochi di noi, appassionati e collegati da tutto il mondo.

Le Americhe come l’Australia, l’India ed anche la Russia ed ancora tutta l’Europa. Decine di migliaia di spettatori dell’Opera lirica, hanno potuto godere, anche se solo virtualmente, di uno spettacolo di grande qualità.

La sala vuota del Madrano-Carasale, è stata bene gestita da una regia attenta che ha ripreso, evidenziando, una struttura magnifica, che ricordo è oramai patrimonio Unesco. Per questo la nostra grande  attenzione in merito  al “restauro” della facciata e delle parti interne ad essa, è seguita quotidianamente senza risparmiare critiche, laddove queste non venissero corrette.

Dico subito, senza tergiversare o cincischiare, che chi mi ha convinto di più, è la Santuzza di Elīna Garanča.

Parte difficile da cantare e interpretare,  in un contesto freddo e senza le dinamiche drammaturgiche delle scene e dei rapporti che un attore/cantante deve avere in un’Opera di fatto verista ( Verga docet ).

La Garanča è cantante che proviene dalla splendida scuola belcantista, si è fatta le ossa studiando a menadito Mozart, Bellini, Donizetti, Rossini senza dimenticare Verdi e Strauss, ecco perchè ha potuto esprimere al meglio l’ articolata e complessa vocalità di Mascagni, complementare al “Belcanto”, che mette a dura prova le qualità tecniche di una cantante ma anche l’ interpretazione recitativa ( si veda nella storia Callas, Simionato, Scotto etc ).

E’ di estremo esempio l’aria ” Voi lo sapete, o mamma” o nel bellissimo duetto con Turriddu “Tu qui, Santuzza”, cantate meravigliosamente anche da un Jonas Kaufmann, che riempie la partitura di cesellature maniacali, parole, note, afflati passionali, come non si sentivano da tempo.

Kaufmann senza ombre o incertezze, anzi fin troppo “compare”, per un algido artista teutonico. Una goduria sentirlo.

Claudio Sgura è un Alfio di possente presenza fisica e vocale. Un baritono così completo ( per interpretazione e grandi doti vocali, lo ricordiamo in Aida di questa estate ), deve assolutamente “pretendere” ruoli da protagonista assoluto. Bravo!

Elena Zilio è una mamma Lucia credibilissima. Una cantante di straordinaria vitalità vocale che ricorda, anche nell’aspetto della interpretazione, le grandi protagoniste delle opere di Kurt Weill. Un portento, che meriterebbe da parte del Ministero della Cultura e dalla Presidenza della Repubblica il titolo di Cavaliere!

Maria Agresta è una Lola credibile.

L’Orchestra e il Coro del San Carlo insieme al suo Direttore stabile, Juraj Valčuha, sono, dopo la serata di inaugurazione, tra le compagini più interessanti del panorama musicale europeo.

Pino De Stasio

 

 

 

 

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